TESTI & DOCUMENTI
Juan Villoro

Addio Daniel

di Juan Villoro
Ho conosciuto Daniel Sada alla fine degli anni Settanta, quando stava scrivendo il suo romanzo Lampa vida.
Conservava ancora il suo fisico da calciatore, richiesto a suo tempo dal Cruz Azul e dall'Atletico Español e a cui, molti anni più tardi, ho visto compiere i lenti prodigi che onorano i campi degli ex campioni: faceva ruotare il pallone intorno alla vita.
La prima volta che ci siamo incontrati, lavorava in un magazzino per il trasporto delle verdure. Parlava delle merci con lo stesso gusto per il dettaglio e la classificazione che mostrava nello studio della retorica. I giovani che hanno avuto la fortuna di seguire i suoi atelier, hanno conosciuto il suo inaudito talento nel comprendere la Forma: la sua capacità di analizzare un'opera letteraria e di passare dall'opera letteraria alle altre arti.



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CONTRIBUTI
Massimo Rizzante

Nota

di Massimo Rizzante
Daniel Sada, nato nel 1953, è morto il 18 novembre 2011. Scrittore e poeta messicano di straordinaria ricchezza linguistica, univa una grande capacità narrativa con un inveterato senso dell'invenzione formale. È stato un entomologo della forma, della frase, della parola, ma anche, cosa rara, un prosatore divertente, comico. E tragico, naturalmente. Sada è qualcuno con cui, al pari di altri scrittori dell'America Latina della sua generazione, si dovrà fare i conti. Ricordo tra le sue opere, la raccolta di poesie El amor es cobrizo (2005), la raccolta completa dei suoi racconti Todo y la recompensa (2002) e i suoi romanzi Lampa vida (1980), Porque parece mentira la verdad nunca se sabe (1999), Una de dos (2002) e Casi nunca (2008, Premio Herralde, Quasi mai, Del Vecchio, 2013). Per coloro che cercano conferme, consiglio i passaggi che Roberto Bolaño, diventato a quanto sembra un autore di culto presso le starlettes della letteratura italiana, gli dedica nel suo Tra parentesi.

Juan Villoro (1956), nato a Città del Messico, amico di Bolaño e Sada, è romanziere, giornalista, autore di teatro, scrittore per l'infanzia, appassionato di calcio e di musica rock, saggista letterario. È stato allievo di Augusto Monterroso e Sergio Pitol. Tra le sue molte opere vorrei ricordare soprattutto i romanzi
El testigo (2004, Premio Herralde) e Llamadas de Amsterdam (2007), la raccolta di saggi Efectos personales (2000) e De eso se trata (2008), la raccolta di racconti Forward Kioto (2010), il romanzo Arrecife (2012). In italiano sono state pubblicate le seguenti opere: Palma della brezza rapida (Robin 2000), I colpevoli (CLUEC 2009), Il libro selvaggio (Salani 2010), La piramide (Gran Via 2013), Chiamate da Amsterdam (Ponte alle Grazie 2013), Il filosofo dichiara (Titivillus 2014).
Juan Villoro Ruiz (Città del Messico, 1956) è uno scrittore, giornalista e saggista messicano.

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