CONTRIBUTI
Per Haroldo de Campos
di Massimo Rizzante
«Haroldo de Campos (São Paulo, 1929-2003) è stato uno dei protagonisti della poesia del secondo Novecento. Fondatore agli inizi degli anni '50 con il fratello Augusto e con Pignatari della poesia concreta e della rivista Noigandres, poeta, traduttore (anzi «transcreatore») critico e storico della letteratura, de Campos ha inciso profondamente sulla cultura brasiliana, grazie soprattutto alla sua instancabile esplorazione delle tradizioni e delle avanguardie di tutto il mondo. Da Stockhausen a Caetano Veloso, da Roman Jakobson a Jacques Derrida, da Octavio Paz al Gruppo 63, da Pound alle nuove leve della musica brasiliana, sono moltissimi gli intellettuali, gli scrittori, i poeti e gli artisti con cui de Campos ha collaborato, lasciando sempre una traccia della sua poesia, sospesa acrobaticamente tra eccesso barocco e geometrica essenzialità».
Così scrivevo nella quarta di copertina de L'educazione dei cinque sensi, a cura di Lello Voce e traduzione di Daniela Ferioli quando nel 2006 uscì la prima (e unica) antologia poetica di Haroldo De Campos (Metauro). Con enorme ritardo e dopo vicissitudini editoriali che solo la poesia scritta nel secolo di Kafka ha potuto sperimentare, finalmente l'Italia rendeva omaggio a un grande artista moderno. Sì, moderno. Haroldo De Campos sta alla poesia come Picasso alla pittura o Stravinskij alla musica: ripercorrere l'intera poesia occidentale, da Omero a Joyce, dai trovatori provenzali a Majakovskij, dall'Ecclesiaste a Mallarmé (senza contare le sue transcreazioni della poesia classica cinese e giapponese), ha significato per lui rendere presente tutto il passato nel solo modo in cui questo è possibile: rinnovandolo.