TESTI & DOCUMENTI
Alexandre O'Neill

Resposta universal
Pode tomar-se como universo uma só pessoa /
Risposta universale
Può prendersi per universo una sola persona

di Alexandre O'Neill
O conta-orgasmos registara várias centenas naquele ano.
Micas disse um dia peremptória:
A-CA-BOU-SE.
Fiquei triste. Onde diabo iria eu desencantar um orgasmo como o da Micas?
Era um orgasmo que se saía por inteiro,
com quedas de unhas de pés, dentadas e outros gestos acessórios.
Era um orgasmo lindo, o da Micas!
Mas como o amor è coisa mental, algo sucedera na mente da Micas.
Pus-me a cogitar. A Micas, provavelmente, sentia-se abusada, sentia
que os orgasmos eram contra ela.
Uma ideia mesmo de mulher.
A Micas queria, se calhar, sentimento.
Exactamente o que eu não lhe podia dar, ou melhor:
Podia dar-lhe sentimento mas sob a forma prazenteira de um orgasmo.
A Micas pensava que os orgasmos eram
de sua inteira iniciativa e responsabilidade,
que eram disparos que ela regulava a seu bel-prazer,
não contando com a colaboração do homem.
Esta a explicação que me convinha encontrar na minha estrema cogitação.
Mas eis senão quando a Micas começou a retocar a olheira,
a tornar mais sensual o lábio,
a modificar o facial para diferente melhor.
Não eram sinais que a mim se dirigissem.
Para mim bastavam coisas de somenos,
como um ar desanuviado ou um sorriso gaiato.
A Micas estava a mudar.
Independência ou Morte
proclamou a Micas numa bela noite.
Chegara finalmente a Hora do Marreco, o que dá sorte às mulheres, azar aos homens
disse eu de mim para comigo, com um desportivismo bem de macho,
enquanto pensava em maternalismos e outros proto-sentimentos semelhantes.
Encolhi os ombros e o laudemos
e não pensei mais ne Micas e nos seus orgasmos,
na verdade lindos e, porque não dizê-lo?,
inesquecíveis.
Dai-nos, meu Deus, um pequeno absurdo quotidiano que seja,
que o absurdo, mesmo em curtas doses,
defende da melancolia e nós somos tão propensos a ela!
Se é verdade o aforismo faca afia faca
(não sabemos falar senão figuradamente,
sinal de que somos pouco capazes de abstracção).
Se faca afia faca,
então que a faca do absurdo
venha afiar a faca de nossa embotada vontade,
venha instalar-se sobre a lâmina do inesperado
e o dia a dia será nosso e diferente.
Aflições? Teremos muitas não haja dúvida.
Mas tudo será melhor que esta dia a dia.
Os povos felizes não têm história, diz outro aforismo.
Mas nós não queremos ser un povo feliz.
Para isso bastam os suíços, os suecos, que sei eu?
Bem proveito lhes faça!
Nós queremos a maleita do suíno,
a noiva que vê fugir o noivo,
a mulher que vê fugir o marido,
o órfão que è entregue à caridade pública,
o doente de hospital ainda más miserável que o hospital
onde está a tremer, a um canto, e ainda ninguém lhe ligou nenhuma.
Nós queremos ser o aleijado nas ruas,
a pedir esmola, a esbardalhar-se frente aos nossos olhos.
Queremos ser o pai desempregado que não sabe que Natal há-de dar aos seus.
Garanti-nos, meu Deus, um pequeno absurdo cada dia,
um pequeno absurdo às vezes chega para salvar.

1986



Il conta-orgasmi ne avrebbe registrati a centinaia quell'anno.
Un giorno Micas disse perentoria:
È FINITA.
Divenni triste. Dove diavolo avrei trovato un altro orgasmo come quello di Micas?
Era un orgasmo che se ne usciva senza mezze misure,
con tanto di unghie dei piedi cadute, morsi e altri gesti accessori.
Era un orgasmo meraviglioso, quello di Micas!
Ma poiché l'amore è una cosa mentale, qualcosa nella mente di Micas era accaduto.
Mi misi a riflettere. Micas, probabilmente, si sentiva violentata, sentiva
che gli orgasmi erano contro di lei.
Un'idea tipicamente femminile.
Micas voleva, se possibile, sentimento.
Esattamente ciò che io non potevo offrirle, o meglio:
Potevo offrirle sentimento ma sotto la piacevole forma di un orgasmo.
Micas pensava che gli orgasmi fossero
di sua esclusiva iniziativa e responsabilità,
spari che lei regolava a suo gradimento,
senz'alcuna collaborazione dell'uomo.
Questa almeno fu la spiegazione che trovai nel momento estremo della riflessione.
Ma ecco che Micas cominciò a rifarsi il trucco,
a rendere le sue labbra più sensuali,
a modificare il suo ovale in modo diverso e migliore.
Questi segnali non erano diretti a me.
A me bastavano cose di poco valore,
come la sua aria serena o un sorriso malizioso.
Micas stava cambiando.
Indipendenza o Morte
proclamò una notte.
Era giunta finalmente l'Ora dell'Orco che porta fortuna alle donne e scalogna agli uomini,
dissi tra me e me con spirito sportivo e virile,
mentre ero immerso in maternalismi e altri simili protosentimenti.
Scrollai le spalle, e il mio aspersorio
e non pensai più a Micas e ai suoi orgasmi,
davvero meravigliosi e, perché non dirlo?,
indimenticabili.
Dacci, Padre Nostro, il nostro piccolo assurdo quotidiano, uno qualunque,
perché l'assurdo, anche in minime dosi,
ci difende dalla malinconia a cui siamo purtroppo tanto propensi!
Se è vero l'aforisma coltello affila coltello
(non sappiamo parlare se non per metafora,
segno che siamo pressoché incapaci di astrazioni).
Se coltello affila coltello
allora che il coltello dell'assurdo
venga ad affilare il coltello della nostra volontà spuntata,
venga a posarsi sulla lama dell'inatteso
e i giorni saranno nostri e sempre diversi.
Angosce? Ne avremo molte, non c'è dubbio.
Ma tutto sarà migliore di questa monotonia.
I popoli felici non hanno storia, dice un altro aforisma.
Ma noi non vogliamo essere un popolo felice.
Per questo bastano gli svizzeri, gli svedesi, che so io?
Ne approfittino!
Noi vogliamo l'influenza suina,
la fidanzata che vede scappare il fidanzato,
la moglie che vede scappare il marito,
l'orfano consegnato alla carità pubblica,
il malato in un ospedale ancor più miserabile dell'ospedale
dove sta tremando, in un angolo, e dove nessuno si cura di nessuno.
Noi vogliamo essere lo storpio sulla strada,
che chiede l'elemosina e che davanti ai nostri occhi si mette a nudo.
Vogliamo essere il padre disoccupato che non sa che Natale inventarsi per i suoi.
Assicuraci, Padre Nostro, un piccolo assurdo quotidiano,
un piccolo assurdo talvolta ci può venire a salvare.

1986
CONTRIBUTI
Massimo Rizzante

Per Alexandre O'Neill

di Massimo Rizzante
Alexandre O'Neill (Lisbona 1924–1986) è uno dei grandi poeti portoghesi della seconda metà del XX secolo. Frequentò la Scuola Navale di Lisboa. Ma fu un autodidatta delle Lettere. Nel 1948 con altri artisti fondò il Movimento Surrealista di Lisbona. Nel 1948 pubblicò la sua prima raccolta di versi, A Ampola Miraculosa, seguita nel 1951 da Tempo de Fantasmas. I primi veri riconoscimenti giunsero con No reino de Dinamarca (1958). La poesia de Alexandre O'Neill concilia l'esperienza del surrealismo e di altre forme di avanguardia (la poesia concreta, ad esempio) con la tradizione letteraria portoghese e francese. Nei suoi versi, caratterizzati da aspetti ludici e satirici, non c'è nessuna rappresentazione edulcorata o eroica della realtà portoghese, cara ai tutti i neorealismi. O'Neill mette a nudo la vita e il dolore di ogni giorno, visti al di qua di ogni sentimentalismo e drammatizzazione romantica, in un'alternanza costante tra desiderio di assurdo e assurdo quotidiano, a cui si può solo opporre la forza corrosiva dell'umorismo. Le altre opere: Abandono vigiado (1960); Poemas com endereço (1962); Feira Cabisbaixa (1965); De ombro na ombreira (1969); Entre a cortina e a vidraça (1972); A saca de orelhas (1979). As Horas Já de Números Vestidas (1981); O Princípio de Utopia, O Princípio de Realidade seguidos de Ana Brites, Balada tão ao Gosto Popular Potuguês & Vários Outros Poemas (1986).
Alexandre O'Neill (Lisbona 1924–1986) è stato un poeta portoghese.

condividi